(Di Alberto Palladino – da “Il
primato nazionale”)
Kiev, 27 apr – Bloccati sul
confine ucraino con le neonate repubbliche separatiste ribelli riusciamo a
contattare Andrea.
E’ un italiano ed è un
volontario, ha scelto di combattere per l’ indipendenza del Donbass e ci spiega
il perché.
Perché hai deciso di andare a
combattere in Novorossiya?
Questa è senza dubbio la
domanda più impegnativa, perché un italiano dovrebbe combattere una
guerra a tanti chilometri da casa? La prima cosa che mi viene in mente
è che questa guerra coinvolge noi tutti, e solo una nostra vittoria potrà
evitare la terza guerra mondiale. La Russia se accerchiata dovrà rispondere e
gli scenari di una grande guerra sul suolo europeo, che tanti reputano
fantascientifici, si avvereranno. Da noi si considera oramai un pazzo chi
combatte per un ideale e non per il soldo, ma una volta era normale. Secondo,
ma non meno importante, sono qui per salvare la popolazione, ora che non
combatto sto aiutando a gestire gli aiuti umanitari che arrivano, anche
dall’Italia. La gente ci considera i loro difensori e ci ringrazia per quello
che facciamo anche se soffrono per la mancanza di quello che da noi sarebbe lo
stretto necessario.
In Italia la Russia di Putin
subisce spesso mitizzazioni o riceve discredito. Tu che idea ti sei
fatto di questo uomo di Stato?
Personalmente sono un grande
estimatore di Putin, lo considero un gigante della politica, il più grande
statista in circolazione, un politico che ha rotto i nostri schemi di destra e
di sinistra. Basti vedere come ha risollevato la Russia dal punto di vista
economico, sociale e politico. Non è un despota come viene descritto dai
nostri media, il popolo lo ama e lo ha eletto a differenza di qualche
nostro democratico presidente del Consiglio. Come ti ho detto
non si può etichettarlo con i nostri canoni di destra o sinistra, di sicuro c’è
che la sua visione politica dà noia a chi vorrebbe l’egemonia economica e
culturale americana, e di sicuro c’è anche che l’Europa avrebbe molto di più da
guadagnare ad avvicinarsi alla Russia che all'America.
Le ingerenze straniere in
questa guerra sono oramai visibili a tutti. Nato da una parte, Russia dall'altra. Oggi difendere le repubbliche popolari è un modo per lanciare un
messaggio geopolitico?
Il
messaggio geopolitico è semplice: l’America, e di conseguenza la Nato,
finanziando il golpe di Maidan ha intrapreso una guerra alla Russia che
è il vero obbiettivo di questo progetto, purtroppo a farne le spese sono i
poveri civili che abitano queste terre. Comunque quelle che oggi sono le
repubbliche popolari hanno un sogno e l’hanno gridato ad alta voce con il
referendum dello scorso maggio, vogliono l’annessione alla Russia. E comunque
non ti nascondo che questa è una scelta di parte, e non certo la
parte dell’America e della Nato.
Perché il governo ucraino si
ostina a non riconoscervi lo status di soldati ma vi continuano a chiamare
terroristi?
Non chiamano terroristi solo
noi ma il 90% della popolazione che al referendum ha votato si all'annessione alla Federazione Russa. Qui i miliziani sono un regolare esercito.