mercoledì 20 novembre 2013

Nasce il partito europeo degli Identitari

Max Ferrari (La Padania del 14 novembre 2013)

Giornata storica per l’Europa identitaria quella di ieri all’Aja. Lì, presso il Parlamento, Marine Le Pen e Geert Wilders, leader dell’olandese Partito della Libertà (PVV) hanno fatto il grande passo e lanciato un nuovo soggetto politico pan-europeo che si propone di riunire sotto un’unica bandiera i movimenti identitari che si oppongono alla tecnocrazia UE, all’Europa delle banche e all’islamizzazione forzata.
Identità, tradizione, sovranità, libertà d’espressione sono le parole d’ordine della nascente alleanza che denuncia l’insopportabile autocrazia di Bruxelles e si ribella al fatto che il voto popolare non conti ormai più nulla visto che i parlamenti nazionali hanno ormai perso ogni autorità e lo stesso parlamento europeo è un orpello dominato dalla Commissione europea che tutto fa e tutto decide senza consultarsi e senza rispondere agli elettori.
“Ma da oggi inizia la liberazione dal mostro di Bruxelles e dall’élite di palazzo” ha detto Wilders, che poi ha ricordato che è “ora di tornare padroni della propria terra, dei propri confini e della propria moneta”.
No alla UE, no all’Euro, no alla Turchia in Europa, no all’immigrazione incontrollata sono infatti alcune delle battaglie storiche del Fronte Nazionale e del combattivo Wilders, ma finora la “grande stampa” le aveva dipinte come battaglie di retroguardia di poveri lunatici estremisti. Ora però, dopo i successi della FPO in Austria, la clamorosa vittoria del Front National alle elezioni di Brignoles, la creazione di un governo anti-UE in Norvegia e i sondaggi che danno gli euroscettici in aumento in Danimarca, Svezia, Finlandia, Olanda e Belgio, le cose cambiano e a Bruxelles c’è chi, con terrore, prevede ch alle prossime europee i cosiddetti “partiti populisti” facciano man bassa e conquistino addirittura un terzo dei seggi disponibili. Sarebbe una rivoluzione che potrebbe rimettere in discussione tutte le follie decise da Bruxelles a cominciare dall’apertura indiscriminata delle frontiere, ma va gestita bene.
Le Pen e Wilders dunque guardano avanti e sanno che una vittoria euroscettica non servirà a nulla se poi i vari partiti anti-UE non si coalizzeranno in un unico gruppo e non porteranno avanti un’unica battaglia a Bruxelles e a Strasburgo.
Fino ad oggi è stato così:d’accordo su tutto, ma stupidamente divisi perchè uno era un po’ più di destra e l’altro un po’ meno liberista o perchè uno era più regionalista e l’altro più anti-islamista. Uniti da un comune destino ma divisi come gli indiani d’America di fronte all’invasore. Si sa come è finita e per questo l’errore non va ripetuto: bando alle virgole, ai commi, alla catalogazione “destra/sinistra, ai piccoli egoismi,alle primedonne e via con un nuovo soggetto forte e motivato con un unico scopo:difendere l’Europa, quella vera, quelle dei popoli minacciati e non certo il simulacro UE.
Adesso o mai più perchè in Francia si è ormai alle soglie del regime comunista con arresti arbitrari degli oppositori e processi alle idee e alle intenzioni, in Olanda e Fiandre la pressione islamista è senza precedenti e la Scandinavia è ormai terra di conquista e di rivolte con la conseguenza che il sistema di protezione sociale tanto famoso nel mondo è ormai andato in mille pezzi. La coperta è corta e i governi sinistrorsi, ormai in balia delle minoranze urlanti, tagliano le risorse da dedicare ai nativi che pagano le tasse per darle ai nuovi arrivati che poi ripagano il favore nell’urna al momento del voto come ha brillantemente spiegato il teorico della FPO, s, al convegno di Milano contro la concessione dello Ius Soli ( e del conseguente diritto di voto) che la sinistra italiana mette invece come primo progetto da realizzare.
Le Pen e Wilders ribaltano questa visione del mondo rilanciando il motto “prima i francesi, gli olandesi, i fiamminghi”,chiedendo frontiere chiuse e proponendo l’espulsione di tutti i delinquenti e, in specie, dei terroristi e dei loro fiancheggiatori, clandestini o regolari che siano.
Al progetto identitario per ora aderiscono convintamente i fiamminghi del Vlaams Belang, vittime di persecuzioni giudiziarie in Belgistan, gli austriaci della FPO il cui leader Heinz Christian Strache è un alfiere del no alla Turchia nella UE, gli svedesi di Svenska Demokraterna oggetto di ripetuti attacchi violenti da chi teme la loro pronosticata ascesa, gli olandesi del PVV che già alle passate europee avevano raggiunto il 16,9% e oggi, in un’Olanda sconvolta da violenza e delinquenza (senza contare il crollo del sistema di assistenza sociale annunciato dal sovrano in persona) sono dati oltre il 20% (con punte del 70% in alcuni quartieri esasperati).
Naturalmente poi c’è Marine Le Pen che volente o nolente è un po’ il perno dell’ultima trincea d’Europa e non potrebbe essere diversamente visto il peso demografico, economico e culturale della Francia e viste la percentuali altissime del Fronte che, ad oggi, potrebbe esprimere il prossimo presidente della Repubblica. Da fuori, benevola, guarda la Russia di Putin che col suo gas tiene in piedi l’Europa (altro che cianciare di gas libico… si è visto…), che con la sua diplomazia ha scongiurato uno sciagurato intervento europeo in Siria a fianco dei terroristi e che con Marine ha un ottimo rapporto basato su una quasi totale condivisione di idee in tema di identità, tradizione, sovranità, dignità, priorità. Agli elettori spetterà decidere, ma stavolta le truppe volenterose ma sempre disorganizzate hanno la possibilità di unirsi in un unico “esercito” guidato da un valente condottiero.
E per l’Europa potrebbe essere l’ultima possibilità.

Nota di Ariete: in Italia si registra l'immobilismo più totale. Solo la Lega sembra essere inclusa nel progetto. Al momento gli altri, quello che rimane della Destra italiana è intenta dividersi le spoglie di un cadavere. Quello di Alleanza Nazionale