da Il primato nazionale
Gli Usa intervengono sempre più pesantemente nel nostro “cortile di casa”. E Lo fanno partendo direttamente da casa nostra. Mentre la società civile è impegnata sul fondamentale tema delle unioni civili, il governo italiano concede la base di Sigonella ai droni armati americani per azioni militari in Libia.Renzi si piega quindi alle richieste di Obama e fa della nostra nazione il trampolino per consolidare l’egemonia militare, politica ed economica americana in un Paese che è storicamente sotto la nostra influenza, e che anche solo per ragioni geografiche avrebbe imposto un nostro intervento in prima persona.
Gli Usa intervengono sempre più pesantemente nel nostro “cortile di casa”. E Lo fanno partendo direttamente da casa nostra. Mentre la società civile è impegnata sul fondamentale tema delle unioni civili, il governo italiano concede la base di Sigonella ai droni armati americani per azioni militari in Libia.Renzi si piega quindi alle richieste di Obama e fa della nostra nazione il trampolino per consolidare l’egemonia militare, politica ed economica americana in un Paese che è storicamente sotto la nostra influenza, e che anche solo per ragioni geografiche avrebbe imposto un nostro intervento in prima persona.
Invece no, perché l’Italia “ripudia la guerra” (Costituzione dixit), quindi si limita a fornire le sue basi per la guerra degli altri.
E fa un po’ ridere, in questo contesto di ennesima cessione della sovranità, la ridicola clausola di salvaguardia che ci siamo formalmente riservati, per cui i droni Usa potranno decollare “solo a scopo di difesa, per proteggere eventuali operazioni di forze speciali Usa in Libia e nel Nord Africa contro l’Isis” e “ogni missione dovrà essere autorizzata dal comando militare italiano, sulla base di una richiesta specifica degli Usa, e potrà essere sospesa nel caso non vi fossero i requisiti della legittima difesa”. Quindi, siamo noi ad “autorizzare” le missioni del nostro padrone. E lo faremo solo se saranno raid “a scopo difensivo” (ma che vuol dire? Perché gli Usa dovrebbero venire a “difendersi” a migliaia di chilometri da casa loro?). Davvero possiamo immaginare i nostri comandi che puntano i piedi rispetto a una richiesta americana? Facciamo i seri, dai…
Del resto fanno bene alla difesa a parlare di “non-notizia”: “Da anni gli Stati Uniti hanno droni nella base siciliana con compiti di sorveglianza. Washington per adesso si è limitata a chiedere il via libera nel caso si rendessero necessarie missioni di protezione delle proprie truppe speciali”. Fino ad oggi, i droni Usa in partenza da Sigonella venivano utilizzati solo per missioni di ricognizione, quindi non armati. Ora avranno le armi. Ma solo per azioni “difensive”. Appunto, siamo sempre stati una colonia, perché cadere dalle nuvole solo ora?
Ma c’è di più. Sigonella, infatti, diventerà presto la base gemella di Ramstein (Germania), in collegamento diretto con il quartier generale di Creech in Nevada. E si trasformerà, con l’Uas Satcom Relay Pads and Facility, in una specie di “telecomando” con cui guidare gli attacchi dei droni Usa nei cieli di tutto il mondo. L’infrastruttura militare, secondo il bando di gara pubblicato il 14 novembre scorso dal dipartimento della Marina americana di Napoli, costerà tra i 10 e i 25 milioni di dollari (tutti a carico del bilancio statunitense).