venerdì 8 aprile 2016

Siamo archeofuturisti? Considerazioni sul pensiero di Guillaume Faye (parte I)

dei militanti di Ariete

Siamo archeofuturisti?

Che lo si ami o che lo si odi, Guillaume Faye è uno di quei geni la cui lettura raramente lascia indifferente. E odiarlo è facile : con uno stile fiammeggiante, sconvolge, urta, scuote anche i lettori e militanti più aperti, quelli che hanno saputo discostarsi dalla visione binaria del mondo. Perchè è così che esso pensa di fare avanzare il pensiero : con elettroschock.
Certe sue tesi – soprattutto quelle più recenti - potranno non piacere, ma rimane un autore imprescindibile per comprendere il mondo occidentale contemporaneo. Perchè noi prendiamo il buono dovunque si celi. Anche in Karl Marx.
Così, si potrà aderire o meno al concetto di archeofuturismo - forse il concetto più attuale che ci sia – ma conoscerlo è indispensabile. Perchè sta a noi pensare il futuro.

Faye ne è sicuro, – e come dargli torto ? - una convergenza di catastrofi porterà alla fine del mondo occidentale come lo consociamo. E noi dobbiamo preparare il dopo-caos, proporre visioni del mondo alternative. L'archeofuturismo vuole essere lo spirito della post-catastrofe. Ma, lontano da ogni dogmattismo, propone delle piste ideologiche, spinge all'interrogazione, e induce a rileggere tutto con la nostra mentalità arcaica, ovvero umana e pragmatica, da qualche parte in noi sonnollenta. L'archeofuturimo è un pensiero radicale perchè va alla radice delle cose, perchè soltanto il pensiero radicale e fecondo può creare concetti audaci che spezzino l’ordine ideologico egemone.

E' stato elaborato partendo da due considerazioni principali che stanno portando il mondo alla rovina :
In primo luogo, la modernità poggia su una truffa o un errore antropologico : il mito dell'uguaglianza degli esseri umani. Originato da un “buon sentimento” : l'uguaglianza di diritti per tutti, esso è sfociato in uguaglianza di fatto di tutti gli esseri umani, in materia di carattere e capacità (per poi essere trasmutato in “similitudine”). In breve, l'uguaglianza dalla linea di partenza è stata spostata sulla linea d'arrivo.
In secondo luogo, la mentalità occidentale universalista e la sua fede nei miracoli, sommata alla sua volontà di estendere il suo modello socio-economico super inquinante a tutti, oltre a scontrarsi con i limiti fisici del pianeta, minaccia seriamente la sopravvivenza del genere umano : la Terra non sopporterà 10 miliardi di esseri umani, ancora meno con il tenore di vita occidentale.

Concetto dialettico per essenza, dopo aver distrutto il paradigma della modernità, propone delle nuove piste ideologiche. Vedremo infine le sue applicazioni concrete e la sua etica.

I. Liquidazione della modernità

Sorta dall’ evangelismo laicizzato, dal mercantilismo anglosassone e dalla filosofia individualista dei Lumi, la modernità è riuscita a stabilire il suo progetto planetario, fondato sull’ individualismo economico, sull’ allegoria del Progresso, sul culto dello sviluppo quantitativo, sull'affermazione di astratti diritti del uomo.
Essa da avvio ad una convergenza di catastrofi :
  1. La rovina del tessuto sociale europeo : talmente visibile che ci contentiamo di elencarne i tratti salienti : colonizzazione di popolamento, ritorno della povertà, disoccupazione, insicurezza, aumento della criminalità e consumo di stupefacenti, disgregazione delle strutture familiari, declino del sistema educativo (poiché basato sull'odio della selezione), imbarbarimento delle masse, estensione di città caotiche, emigrazione delle elites creative e produttive.
  2. Crisi economico-demografica : dall'anti-natalismo scaturisce una crisi del sistema sanitario. Divario sempre più eccessivo e crescente tra una classe ristretta inserita nei mercati mondiali e gli altri in via di impoverimento. Delocalizzazioni.
  3. Crisi finanziaria mondiale : insensata eccessività dei debiti nazionali, prevalenza del monetarismo speculativo sulla produzione. Le bolle scoppieranno scaturendo una recessione globale che sarà forse funesta per una civiltà basata esclusivamente sulla dimensione economica.
  4. Caos del Sud :  I Paesi del Sud, scegliendo l’industrializzazione contro le proprie culture tradizionali a dispetto di una crescita fallace e fragile, hanno creato nel loro seno un caos sociale che si va aggravando. Esplosione di agglomerati urbani giganteschi, divario ricchi/poveri crescente, accelerata distruzione dell'ambiente, sviluppo dei fanatismi religiosi.
  5. Fanatismi integralisti religiosi : riguarda principalmente l'Islam radicalizzato (ridiventando nello stesso tempo dominatore e conquistatore, conformemente alla sua tradizione) in reazione agli eccessi cosmopoliti della modernità, che ha voluto imporre al mondo intero il modello dell’individualismo ateo, il culto del mercato, la despiritualizzazione dei valori e la dittatura dello spettacolo.
  6. Scontro Nord-Sud : un Sud complessato, povero, giovane, con un eccedenza demografica, fa pressione su un Nord moralmente disarmato e in via d’invecchiamento. Una colonizzazione “soft” che si nasconde dietro appelli alla pietà, al diritto d’asilo, all' uguaglianza. Le masse migranti, giustificate dall’ideologia “moderna” dell'Occidente, fingono di adottare i suoi valori, che in realtà non condividono affatto. L'attuale crisi dei “migranti” ne è il paradigma. Il tutto su fondo di risentimento post-coloniale - generato dall'universalismo occidentale imposto con la forza agli altri popoli (poiché quest'Occidente “ugualista” è in realtà “supremazista”!) - e di guerra per mercati, risorse...e welfare.
  1. Inquinamento. Devastazione dell' ambiente risultante al mito liberal-egualitario di uno sviluppo industriale illimitato e volto all'estensione planetaria.


II. Piste per una rigenerazione ideologica

Guillaume Faye si propone di sostituire il rovinoso ed ipocrita egualitarismo con il concetto di “costruttivismo vitalista”, ovvero una volontà storico-politica di potenza, un progetto estetico di costruzione di civiltà, uno spirito faustiano pensato con realismo, mentalità organica (non meccanicista) e umanità (l’esatto contrario dell’”umanitarismo”), e che considera i problemi bio-antropologici come le realtà e le differenze etniche.

E idea l'”archeofuturismo”, una sintesi tra iperscienza e soluzioni tradizionali, quelle stesse che hanno fatto le loro prove dalla notte dei tempi. In effetti, sono i modelli arcaici e premoderni di organizzazione sociale ad avere dimostrato la loro validità. Arcaico essendo ciò che è creatore e immutabile, il fondamento, l'inizio (e quindi l'opposto di “passatista”).

Se le poste del secolo sono già di ordine arcaiche (sfide religiose, per le risorse, l'inquinamento, la sopravvivenza di alcune civiltà), i secoli futuri vedranno il ritorno a questioni, soluzioni e valori arcaiche poiché esse sono in conformità con la natura umana e considerano l'uomo per quello che è : “un animale sociale e organico inserito nella città comunitaria”*, e non per quello che non è, un atomo asessuato isolato provvisto di pseudo-diritti astratti, universali e imprescrittibili. (*Aristotele)

Un veloce confronto tra i popoli rimasti arcaici (quindi anche l'Europa di una volta) e quelli toccati dal umanitarismo occidentale evidenzia che questi valori anti-individualisti permettono la realizzazione di sè, la solidarietà attiva, la pace sociale, laddove l’individualismo pseudo-emancipatore delle dottrine egualitarie sfocia soltanto nella legge della giungla.

Sono, principalmente, la separazione sessuale dei ruoli; l'ineguaglianza degli statuti sociali, non implicita - il che è ingiusto e frustrante, come avviene oggi nelle utopie egualitarie - bensì esplicita e ideologicamente legittimata (ognuno ha la sua funzione, vitale alla comunità organica); la proporzionalità dei doveri ai diritti; l'applicazione della giustizia secondo gli atti e non secondo gli uomini, cosa che responsabilizza questi ultimi; la definizione del popolo come comunità diacronica di destino; la trasmissione delle tradizioni etniche e popolari; la spiritualità e l'organizzazione sacerdotale; le gerarchie sociali visibili e normanti; il culto degli antenati, i riti e le prove iniziatiche; la ricostruzione delle comunità organiche intrecciate dalla sfera familiare al popolo; la disindividualizzazione del matrimonio e delle unioni che coinvolgono la comunità; la fine della confusione tra erotismo e intimità coniugale; il prestigio della casta guerriera ecc...


Il Futurismo è invece una costante della mentalità europea consiste nel suo rifiuto dell’immutabile e nel suo carattere faustiano, tentatore (nei due sensi del termine: “colui che fa dei tentativi” e “colui che fa subire delle tentazioni”) avventuroso e volontarista. É creazione e invenzione permanente, mentre i valori rimangono conformi alla tradizione.