venerdì 26 ottobre 2012

Afghanistan: per l' Onore d' Italia?

Ieri abbiamo appreso dell'ennesimo sacrificio di un nostro soldato in terra d' Afghanistan. Si chiamava Tiziano Chierotti, caporale in servizio presso il 2° Alpini a Cuneo. Aveva 24 anni e ha perso la vita in uno scontro a fuoco vicino a Bakwa, nel Sud est del Paese.
Chierotti è la 52esima vittima del nostro contingente. 52 italiani, appartenenti a quella bella Italia che decide di vestire una divisa e avere sul braccio uno scudetto tricolore.
Ma siamo veramente convinti che quei ragazzi siano mandati laggiù a rischiare la pelle per l' Onore d' Italia?

Posto che non abbiamo dubbi sullo spirito che muova i nostri Alpini, Parà, Marò e soldati in generale, sul loro attaccamento alla Comunità nazionale, al sincero amore per la Patria, resta il dubbio sulle reali motivazioni che portano al loro dispiegamento in tali teatri.
La nostra Comunità militante è sempre stata contraria agli interventi in Afghanistan e in Iraq, mossi probabilmente più dall' interesse economico che dal sincero desiderio di "esportare la democrazia". Fermandosi al conflitto afgano, pesa troppo la coincidenza che il nuovo gasdotto americano dovesse passare, già prima del 2001, sui territori allora governati dai Talebani...
Questa non vuole essere la solita filippica pacifista, antimilitarista e solo in ultima analisi antiamericana. Non si può insultare, come solo i sinistri sanno fare, chi combatte per il proprio Paese; non si può credere che siano i "soldi" a muovere dei ragazzi di poco più di 20 anni a rischiare la pelle in giro per il mondo; no!
Ma siamo anche stufi dei governanti che piangono sulle bare avvolte dal Tricolore, della retorica patriottarda che avvolge quei feretri al rientro a casa. Retorica di chi sa solo fare un comunicato dalle stanze del suo palazzo, senza avere il coraggio di stringersi al pianto delle madri, delle fidanzate, delle mogli e dei figli di quegli uomini.
L' Italia deve stringersi attorno ai suoi figli migliori, ma il pianto non basta. Bisogna trarne ispirazione da questi sacrifici. Gli Eroi non si piangono, si imitano. Riscattiamo sul serio l' Onore d' Italia.
 Bisogna smettere di far morire i nostri ragazzi in una guerra che non ci appartiene: il contingente italiano in Afghanistan va ritirato. Allora sì che si potrà piangere, ma di gioia.