lunedì 18 marzo 2013

I nostri sogni di rivoluzione


 Sempre più spesso mi capita di fare sogni strani. Quelli fatti solo di immagini, come in un vecchio film. Quelli che ti fanno svegliare con le gambe tese, tanto da non riuscire a tollerare di rimanere sotto le coperte. Quando capita, mi sveglio di scatto e mi alzo. La fatica di riaddormentarsi viene tollerata dal cuore incredibilmente caldo e dal cervello ormai messo in moto.

Può sembrare banale, di certo non troppo sano, ma queste immagini mi perseguitano da qualche mese ormai. Sogno di un gruppo di ragazzi. La loro ansia di lottare, la voglia di riscatto si legge nel loro sguardo, nella forza con cui si stringono l’avambraccio.
L’ umiltà del sacrificio unita al non accettare lezioni da nessuno. E’ l’amore per la loro città e per quell’ Italia affaticata, ma pur sempre terra natale, a muoverli.
Li vedo svegliarsi presto la mattina, schierarsi sui portoni delle scuole per dar volantini. Col buio perdono le serate al pub, una Guiness in mano e tante risate. Poi escono salgono in macchina e vanno a colorare di manifesti il grigio della città con la colla e la rabbia nelle mani che gli danno la forza di fare mattino.
Corrono, corrono forte loro. Inciampano, ma si rialzano. Cadono, ma continuano ad andare avanti.
I miei sogni finiscono sempre con quella che sembra una foto: un gruppo di facce, un grande sorriso, facce pulite. Due ragazzi davanti tengono un tricolore, mentre un altro, uno spilungone con una camicia a quadri, sventola alta una bandiera pirata.
E poi mi sveglio e mi rendo conto che non stavo veramente dormendo. Quei ragazzi sono sempre davanti a me, sono quelli con cui condivido la lotta, la Militanza. Quelli con cui perdo le ore, per cui non studio. Quelli con cui mi incazzo. Quelli che faccio flettere. Quelli che mi facevano flettere anni fa quando sono entrato.
Loro sono la mia Comunità, loro sono Ariete!