(Di
Renato F. Rallo – da “L’intellettuale dissidente”)
Amico antifascista antirazzista anti-sessista, quanti africani affogati
riporti in vita con le tue acute risatine su Salvini, e le tue marcette
funebri, e i volantini che piano piano vengono ammucchiati nel cassonetto alle
tue spalle? Compagno Erri De Luca, quanti cadaveri riescono a toccare realmente
le tue toccanti preghierine laiche, sul mare nostro che non è nei cieli, a
parte l’ego tuo e dei tele-ascoltatori che per quel minutino di trasmissione si auto-assolvono della loro passività mortifera? Gentili politici, stimati
giornalisti, egregi professori, cantanti e attori: a chi giovano le vostre
banalità, i vostri occhioni bagnati, i telegrammi, i vostri tweet e gli status
su facebook?
Sapete benissimo che quei negri non hanno il Tablet per ringraziarvi del pensiero, non hanno una casa per ricevere il telegramma, non sanno neanche
leggere. E l’esercizio di stile, spesso semplicemente sterile, diventa
particolarmente odioso se fatto su una pelle ancora calda.
