(Di
Renato F. Rallo – da “L’intellettuale dissidente”)
Amico antifascista antirazzista anti-sessista, quanti africani affogati
riporti in vita con le tue acute risatine su Salvini, e le tue marcette
funebri, e i volantini che piano piano vengono ammucchiati nel cassonetto alle
tue spalle? Compagno Erri De Luca, quanti cadaveri riescono a toccare realmente
le tue toccanti preghierine laiche, sul mare nostro che non è nei cieli, a
parte l’ego tuo e dei tele-ascoltatori che per quel minutino di trasmissione si auto-assolvono della loro passività mortifera? Gentili politici, stimati
giornalisti, egregi professori, cantanti e attori: a chi giovano le vostre
banalità, i vostri occhioni bagnati, i telegrammi, i vostri tweet e gli status
su facebook?
Sapete benissimo che quei negri non hanno il Tablet per ringraziarvi del pensiero, non hanno una casa per ricevere il telegramma, non sanno neanche
leggere. E l’esercizio di stile, spesso semplicemente sterile, diventa
particolarmente odioso se fatto su una pelle ancora calda.
Allora modestamente vi propongo due strade: il silenzio, inutile come il
vostro rumore ma almeno più rispettoso, oppure una seria ammissione di colpa.
Vergognatevi pubblicamente per aver avallato lo scempio di tutta l’Africa, per
aver sostenuto la devastazione della Libia, e per continuare ad inneggiare al
crollo della Siria davanti alla dilagante barbarie wahabita. Incatenatevi ai
vostri studi televisivi finché la Nato non venga smantellata, i responsabili
processati, e con loro tutte le politiche neo-colonialiste che soffocano nel
sangue e nella fuga ogni tentativo di dignità africana.